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Disegni
Olio su tela
Tridimen-sionali



Schede critiche
Disegni di carta-intarsi: una poetica espressiva sul bordo dell’invisibile 1975-1985 (Viana Conti)

 

Il ricorso al termine poetica è sostanziale nell’attività disegnativa di Enzo Carioti, perché ne esprime

le motivazioni interiori e insieme le scelte estetiche concettuali. Per sua dichiarazione, lo spazio

rappresentativo in cui non cessa di muoversi è quello del
manierismo figurativo di Pontormo

e quello del minimalismo astratto dell’artista americano Richard Tuttle (1941, New Jersey) di cuisi designa tramite. Annota in una sua opera del 1978:

R.T. ed il Pontormo usano la parola per modificare

la mia realtà, mi tengono fra di loro per deviarne il significato, già deviato da me. ComeTuttle, l’artista italiano lavora ai margini della

giungla consumistica, in silenzio, ma intensamente,attivamente. Entrambi praticano l’esercizio del vuoto, di ascendenza Zen, come superamento di

un caos interiore. Un’attitudine a una forma di concentrazione e di preghiera si esprime in Carioti,

alla fine degli anni Settanta, in quei capolavori geometrici della manualità che sono gli
intarsi-

intagli.

[…] Io nel disegno comprendo l’osservatore, perché lui è già là non per disegnare, ma per comprendere

il disegno…questa è per me una forma di comunicazione. La questione che resta aperta,

tuttavia, è se noi comprendiamo noi stessi oppure no!
[…] Sembrano parole di Carioti e invece

è Tuttle che parla. E ancora, quanto alla fertilità creativa di entrambi, l’artista statunitense afferma:

l’oggetto di un lavoro creativo accade nella stessa direzione di una pianta che produce un

fiore.
Giocando sull’interazione di realtà e finzione, di astratto e figurale, di immagine e scrittura,

di produzione e riproduzione, di assonanze foniche e verbali, ad esempio tra foglio di carta e foglia

vegetale, Carioti scrive in un collage di veline e asettiche garze bianche:
Foglie da sfogliare

come fogli. Sembra rispondergli Tuttle, quando, a proposito dei disegni esteticamente minimali epercettivamente ai limiti del visibile, in un’intervista scrive:

Da una parte esiste il vento e dall’altra

la foglia, ma è grazie al volteggiare della foglia che il vento diventa visibile.

Cinque marzo 1983: […] Devoto mi ospita ancora. In mostra sistemo venti ritratti – i disegni di carta

– che a Maurizio Cucchi avevo già fatto vedere. A marzo il colpo di scena, Maurizio mi scrive:

Trepidi cenni disegni

di carta ma quali saranno

attore maschera o marinaio

i moti del tuo cuore?

anima furba che mi eludi mano molle

che il capo tiene su, il tempo fai

cadere, la tua fisionomia è un bavero

un clic un cappello, nessun luogo

è la tua casa ogni straccio un possibile volto.

sui sandali dell’austerità

sfarfalli come angelo oppure

te ne andrai strusciando inquieto

le tue ciabatte di foglia

è già schermo l’ombreggiatura

del collo il debole mento

sfuggente, opponi dietro mille

volti nessun volto.

amico mio il tuo sarto

ti infossa ti slava i contorni

i bottoncini, ti raddoppia agile

ho pasticciato nelle linee

morte quasi un osso.

sfumante fragilità, deposti

i tuoi lembi posi t’inquadri

placato, quelle mani un po’

si agitano quasi ombra o il torso

ruvido massiccio e le spalle

il naso freschissimo:

ti darò un volto e un nome

lo ringrazio e illustro con cinque disegni

il suo “Glenn”.


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Al pari altri intellettuali, delusi dalle forme espressive correnti, Carioti aveva maturato il convincimento che la creatività dovesse essere una sorta di lucida stupenda "follia" capace di sfuggire alla massificazione messa in atto dalla società
 
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